Sabato, 04 Febbraio 2012 02:18

Occupy Scampia. Da chi?

Scritto da  Gerardo

Domenico Pizzuti ci segnala questa analisi del movimento OccupyScampia, di cui ha parlato la stampa, e pubblicata su Repubblica Napoli con il titolo "Le comunità insorgenti".
Buona lettura!





Qualche scherzo può farlo anche la rete, cioè i social network, quando il messaggio non è stato accuratamente verificato e la mobilitazione parte. Come nel caso OccupyScampia su un presunto coprifuoco imposto da parte di gruppi camorristici a Scampia, la cui notizia in verità era girata l’altra sera anche nei dintorni del Lotto P dove un gruppo di persone era radunato nella chiesa di S. Maria della Speranza per individuare strategie pastorali e sociali che riguardavano anche gli abitanti fedeli o meno del Lotto P. È chiaro che la mobilitazione dei cittadini contro la criminalità organizzata dall’altra parte della strada non è prerogativa di alcuno, né degli abitanti e delle associazioni di Scampia che convivono con gruppi criminali, né di altri cittadini, associazioni e movimenti che con un messaggino sui social network scoprono che non si può tollerare un presunto coprifuoco espressione di dominio da parte di qualche gruppo della criminalità organizzata sul territorio nel ventunesimo secolo. Nei giorni scorsi si avvertiva per strada allarme e preoccupazione da parte di abitanti del Lotto P., come esprime la lettera inviata a questo giornale sui colpi sparati contro le torri, e l’esibizione di armi che facevano temere scontri tra gruppi interni o esterni per il dominio della lucrativa piazza di spaccio di stupefacenti. Eppure da tempo scorgiamo a tutte le ore del giorno e della notte gazzelle dei carabinieri e della polizia di stato che girano anche all’interno del Lotto P. fermando auto sospette e occasionalmente si attuano blitz con elicotteri roteanti sulle case

Si può osservare – con le dovute misure – che anche nel caso nostrano ci troviamo di fronte al fenomeno di autocomunicazione di massa secondo lo studio di M. Castells (Comunicazione e potere) reso possibile da forme di comunicazione orizzontali e wireless in cui i movimenti sociali e gli agenti del cambiamento politico procedono alla riprogrammazione delle reti di comunicazione in modo da introdurre nuovi valori nelle menti delle persone così da accrescere le occasioni del cambiamento sociale. In questo modo il progresso dell’autocomunicazione sociale accresce le occasioni di cambiamento sociale, anche se questo rapporto non va inteso in maniera deterministica. A questo riguardo il sociologo ispano-americano si riferisce ad una politica insorgente che rimanda a società civili portatrici di nuovi interessi e valori veicolati dalle forme di comunicazione orizzontale, come è avvenuto recentemente in mobilitazioni di vari paesi della sponda sud del Mediterraneo e del Medio-oriente. Ma prima ancora a comunità insorgenti di prassi «movimenti sociali che emergono da reti di individui che reagiscono ad un’oppressione percepita. E che poi trasformano la protesta comune in una comunità di pratica, essendo la loro pratica la resistenza. Così reti di individui diventano comunità insorgenti».

Al di là di comunicazioni e mobilitazioni “virtuali” dell’ultima ora, senza rivendicazioni localistiche è noto che comunità di prassi educative, sociali e culturali non mancano a Scampia da parte di associazioni e movimenti per far acquisire nuovi valori e modelli di comportamento da parte delle giovani generazioni in modo da estirpare modelli violenti e di sopraffazione. Basti solo ricordare che quest’anno ricorre il 30° anno del Carnevale del Gridas ispirato da Felice Pignataro, che domenica 19 febbraio attraverserà le vie del quartiere con gruppi mascherati e colorati dagli alunni delle scuole e si porterà sulle piazze incriminate.

Al di là delle mobilitazioni della prima o ultima ora, di gruppi di indignati indigeni o meno, rimane che i gruppi della criminalità organizzata sono delle enclaves e dei bunker armati tra pacifici cittadini, e le faide intergruppi ed intragruppi fanno parte della fenomenologia dell’organized crime da monitorare nei singoli casi nelle loro cause e conseguenze come nell’odierno intervento di Roberto Saviano sul foglio nazionale. Non si deve sottovalutare e sottacere l’hardware del fenomeno, cioè che i gruppi camorristici operanti sul territorio con i loro traffici e dinamiche appartengono al fenomeno della “criminalità organizzata” che va contrastato efficacemente dalle investigazioni ed interventi repressivi delle forze dell’ordine e dalla sottrazione dei loro patrimoni. Certo non si può tollerare l’occupazione del territorio, le correnti di traffici nazionali ed internazionali, e l’erogazione della violenza che secondo la dottrina appartiene legittimamente allo Stato.

Dopo si può pure occupare simbolicamente la piazza intitolata a Giovanni Paolo II.

Napoli, 2 febbraio 2012

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